Esattamente 10 anni da quando la prima etichetta della nostra birra La Shila è stata attaccata alla sua bottiglia. Vogliamo omaggiarla con una curiosa e interessante intervista al nostro mastro birraio Matthias Müller. Non solo curiosità ma anche dettagli tecnici per i piü appassionati.
Buona lettura!
> Ciao Matthias, innanzitutto, cosa significa “Shila” ?
MM: “Shila” è la parola gaelica per descrivere la pala che maltatori scozzesi usavano per la produzione del Whisky
> Come nasce quindi la birra La Shila, sei stato in Scozia?
MM: La birra in realtà nasce dopo aver conosciuto mia moglie, Giorgia. Lei non beveva birra, se non una particolare birra scozzese. Allora ho pensato che dovevo impressionarla e pensai di fare una birra che potesse piacerle!
La birra la definirei “mistica” , perchè in qualche modo rappresenta in tutto e per tutto Giorgia. Dal bel corpo al ritratto della sua personalità, una birra che polarizza, o te ne innamori o non ti piace. Decisa e forte.
> Ma perchè proprio La Shila?
MM: Inizialmente non si chiamava cosí. Siamo nei primi anni 2000 quando ho conosciuto Giorgia e la birra infatti si chiamava “La Birra di Gio”, in suo nome. Doveva essere una birra solo per noi, per occasioni o eventi speciali, non per il commercio.
È di fatto una delle prime birre artigianali in Italia ancora in circolazione. Successivamente, nel 2007 decisi di metterla in commercio e La Birra di Gio era molto simile alla marca di profumi.
Nasce cosí esattamente 10 anni fa la prima etichetta con quello che allora era il mio logo Weißbräu Müller La Shila. L’ anno successivo abbiamo cominciato a distribuirla ai nostri clienti.
Il termine “Shila” però l’ ho proprio preso in Scozia, in uno dei miei viaggi. Prima di conosce Giorgia ho viaggiato in Scozia, nelle isole Ebridi, fino a raggiungere Saint Kilda, ultima isola nell’ estremo ovest della Scozia, in mezzo all’ Atlantico.
Quella volta non era accessibile ai turisti ma solo tramite il passaggio in nave della NATO.
Non dimenticherò mai come si ergono quelle rocce in mezzo all’ oceano.
Rimasi affascinato dai metodi di maltificazione e dai processi di produzione del whisky.
Hanno molto in comune la produzione della birra e quella del whisky. Nasce qui la mia idea di creare una birra con il malto di whisky essiccato con l’ uso della torba.
> Ci puoi dire qualcosa di più sul metodo di produzione? Per esempio, come si affumica il malto?
MM Allora, di tipi di malti affumicati ne esistono davvero pochi. Tipicamente si usa il legno di faggio ma esso ha tutt’altra sensistica. Per La Shila invece uso il malto affumicato a torba. Proprio questo ne da il sentore caratteristico che senti mentre la bevi.
La Shila poi rimane un mese intero in maturazione.
Un altro aspetto importante nel processo produttivo con legno di Quercia francese.
Questi due aspetti la rendono in un certo senso una birra “estrema” che tuttavia rientra nei canoni del Reinheitsgebot, l’ “Editto di purezza”del 1516.
> Davvero interessante, grazie Matthias! Alla prossima intervista!
MM Grazie a te, Sláinte! (come si dice Prost in Scozia)